martedì 12 novembre 2013

Sofocle Edipo a Colono Edizione esclusiva per il XXIV ciclo di spettacoli classici dell’INDA (1976)

Sofocle 
Edipo a Colono

Edizione esclusiva per il XXIV ciclo
di spettacoli classici dell’Istituto Nazionale del Dramma 
Antico di Siracusa 27 maggio 17 giugno 1976

Traduzione: Marcello Gigante

Anno: maggio 1976
edizione esclusiva

Pagine: 127 con cartina della scena + Indice

Codice ISBN: -

Copertina: morbida con disegno.

Stato: Buono stato.

La fotografia riproduce il libro.

Il Traduttore: (da Wikipedia) Marcello Gigante (Buccino, 20 gennaio 1923 – Napoli, 23 novembre 2001) è stato un grecista, filologo classico, e papirologo italiano. È stato uno dei più importanti papirologi italiani del Dopoguerra, e, in senso lato, studioso delle antichità classiche e bizantine. (...).

Contenuto: Vecchio e cieco, Edipo giunge a Colono, poco fuori di Atene. È accompagnato dalla figlia Antigone e subito raggiunto dall'altra figlia, Ismene. Lui, il già potente 'tiranno' di Tebe, uccisore del padre e marito della madre, non è più, ora, che un vagabondo, uno "straniero in terra straniera". Chiede agli abitanti di Colono e a Teseo ospitalità e protezione. E Atene, la città della legge, della 'pietas' e della civiltà, le concede: in cambio della protezione che Edipo, dopo la morte, le garantirà. Invano Tebe lo reclama: con la forza del cognato Creonte, che ne rapisce le figlie, o con le implorazioni del primogenito Polinice perché prenda le sue parti contro il fratello Eteocle. Edipo non dimentica per un solo attimo le colpe orrende delle quali, senza saperlo, si è macchiato, e neppure il modo in cui Creonte e i figli lo hanno trattato. Ma guarda ormai oltre, alla morte imminente, al destino eterno di eroe che lo attende. Non è a caso che è giunto a Colono "biancheggiante, dove / più assiduo l'usignolo / effonde il lamento melodioso / nelle valli verdeggianti, / sull'edera color di vino, / sul fogliame inaccessibile del dio, / ricco di grappoli, ombroso, / immune dai venti d'ogni tempesta". Perché Colono - il luogo dove era nato Sofocle - costituisce una vera e propria soglia sacra: meravigliosa e inquietante, essa prefigura, con il suo bosco delle Eumenidi, l'oscura vita dell'Ade. E l'autore novantenne che, poco prima di morire, compone l'"Edipo a Colono", mette in scena la morte dell'eroe. Stravolto dall'inaudita violenza del rapimento di Antigone e Ismene e dal sopraggiungere di Polinice, il dramma appare immobile. Ma la sua staticità fa parte di una struttura che già gli antichi consideravano "splendida e pressoché unica". La vicenda - fatta di parole e di aura, di versi nei quali risuona un'eco allo stesso tempo terrena e ultramondana, storica e mitica, politica etica e metafisica - si chiude con una morte che è passaggio "a vita eterna". Al rimbombare del tuono, Edipo si incammina verso quella che sceglie come sua tomba. Ed ecco che una voce misteriosa lo richiama: "Edipo, Edipo, che cosa aspettiamo / ad andare? È un pezzo, che indugi". Così, la sua morte rimane anch'essa un mistero: "l'hanno afferrato", commenta Antigone, "plaghe occulte in una sorte arcana".

Prezzo: euro 5,00 + 2,50 spese di spedizione.
Si fanno spedizioni multiple e, si ricorda, che la merce viaggia a carico del destinatario. 

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